Il bene e' liberta', liberta' individuale e di massa. Liberta' di movimento, di pensiero e di espressione, liberta' da vincoli e limiti, liberta' da emozioni e possesso, liberta' di ESSERE senza avere.
Il male e' semplice assenza, parziale o totale di liberta'.
Voi che state leggendo queste righe siete arciconvinti di essere liberi e quindi ritenete il mio discorso puramente accademico. Tranquilli e' un'illusione comune: molti prima di voi ci sono cascati e molti dopo di voi ci cascheranno.
La mancanza di liberta' e' quasi assoluta e quel "quasi" l'ho inserito esclusivamente in virtù dell'esistenza di esseri come me che "rovinano" la media della schiavitù. Il semplice leggere le mie parole e' un'atto di schiavitù, gia', anche per poter leggere parole di liberta' si e' schiavi; potrebbe risultare persino divertente se non fosse tragico.
I vostri occhi percorrono il foglio elettronico che ha dei limiti superiori, inferiori e laterali in cui sono costrette le parole e le frasi e che costringono il vostro sguardo a seguire un ferreo percorso per poter comprendere il senso di quanto state leggendo. Questa, piaccia o no, e' schiavitù. E' una schiavitù convenzionale ed e' dettata dalla necessita' di comunicare efficacemente, il che la rende ben accetta da tutti, non per questo e' meno limitante. Chi di voi ci ha mai pensato? Credo nessuno. Le schiavitù funzionali sono cosa ordinaria e si insinuano nella nostra vita con il placet incondizionato di tutti coloro che ne sono vittime, anzi, le vittime diventano a loro volta carnefici, instillandole nei loro figli, nella convinzione che tali "schiavitù" li renderanno uomini più liberi e completi.
Ogni regola coercitiva, che sia funzionale o puramente vessatoria, conduce l'uomo verso il mondo delle catene e quindi del "male". Mai e' esistita e mai esistera' una qualsivoglia "regola" che porti alla liberta'. Regola e liberta' sono in antitesi assoluta.
Quanti di voi non si sono scandalizzati sentendo parlare di furti, stupri, violenza? Pochi? Nessuno? Io opto per il "nessuno" e il seguito di questa "indignazione emozionale" e' stato, e' e sara', l'invocare a gran voce, regole sempre più restrittive, pene più severe, controlli più accurati. Tutti sanno che questo comporta la rinuncia a parte della liberta' individuale ma lo sdegno vince alla grande e quindi, le fabbriche di catene non rischiano il fallimento.
In ogni campo avviene lo stesso, in nome della "sicurezza" sul lavoro, ci si autoimpone di seguire regole e leggi restrittive che prevedono bardature da armigero medioevale a chiunque si appresti a svolgere qualunque attivita'.
Certo, la vita risulta sempre meno pericolosa, il pensiero sempre meno presente, sostituito com'e' dalle famigerate "regole" che ogni giorno restringono sempre più il gia' miserrimo spazio di liberta' "concessa" ai singoli individui. "Concessa"...che brutta parola. La liberta' come puo' essere concessa senza perdere la sua identita'?
Giorno verra' in cui l'uomo avra' una vita assolutamente ordinata, sicura, guidata, ma...sara' ancora un essere umano? Gia' oggi lo e'?
La vita per sua natura e' liberta' e questo inevitabilmente porta al pericolo, anche mortale ma e' nell'ordine naturale delle cose. Il negare artificialmente questo, porta alla catastrofe del piattume assoluto. Il mondo si dividera', come gia' sta avvenendo, in uomini liberi (pochissimi) e massa che si illude di esserlo e definisce "disadattati" i primi.
Quale evoluzione e quale consapevolezza puo' evolversi in una situazione in cui lo stallo e' l'obiettivo primario?
Pensateci
( Messaggero Alato da..."Il Bosco incantato" )
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