sabato 29 dicembre 2007

Real Politik

Il governo italiano e l'Alitalia hanno fatto un bel regalo al furbo Presidente francese Sarkosy; praticamente gli hanno regalato pronta per la rottamazione la nostra vecchia e gloriosa compagnia di bandiera.

Di per se il regalo non è un granchè perchè il malandato vettore italiano è pletorico come un pachiderma obeso e pieno di buchi di bilancio come una grouviera del canton ticino; non è tanto sulla fine della vecchia bandiera alata che intendiamo versare lacrime amare nè tantomeno strapparci i capelli che, tra l'altro, non abbiamo.

Ma è su ciò che questa svendita rappresenterà per il sistema aeroportuale italiano che vale la pena di riflettere un attimo.

Malpensa innanzitutto.

Hub o non hub, Malpensa è nato perchè rappresenta la porta d'ingresso e d'uscita per tutto il traffico dell'Italia del centro nord e del sud dell'Europa; si trova al centro di tutte le direttrici commerciali più importanti del continente e serve le regioni più ricche ed evolute del nostro paese. Semmai c'è da chiedersi come mai negli ultimi 15 anni, i vari governi che si sono succeduti non abbiano mai avuto la forza e la lungimiranza di dotare lo scalo milanese di tutte quelle infrastrutture necessarie perchè Malpensa si potesse allineare con i più importanti aeroporti dell'Europa centrale; ma un conto è il mancato completamento dello scalo e uno, ben più disastroso e disgraziato, è quello di decretarne la sua fine o quasi.

Raccontare al popolo bue che la vendita alla Air France sia la migliore chance per Alitalia è, da parte del governo e dell'ineffabile ministro TPS, la classica presa per i fondelli con in più la pretesa che la vittima deve per sovrapprezzo dichiararsi contento e sodisfatto.
Ma il nostro è abituato a prendere per il c... gli italiani, giovani e vecchi: i nostri ragazzi fremono ancora di rabbia per quel gratuito..."bamboccioni" regalatogli dal remuneratissimo e stipendiatissimo signor ministro...



E' possibile che la migliore imprenditoria italiana che opera e produce nel triangolo industriale e la classe politica della Lombardia, del Veneto, del Piemonte, della Liguria e dell'Emilia-Romagna, delle regioni cioè più direttamente interessate al massacro di Malpensa, non siano capaci di pensare a contromisure adeguate a salvaguardia di migliaia di posti di lavoro e di ricchezza prodotta e da produrre prima ancora di un semplice vulnus, per quanto grave, all'orgoglio nazionale?

Nel nostro piccolo, nel seguito di questo post, proporremo una nostra idea che, forse potrebbe rappresentare non solo una soluzione al problema ma anche la risposta della parte sana del popolo italiano alla ignavia e al tradimento dei propri governanti.



(segue)

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